Il canale uditivo acquisisce maggiore valore nell’emergenza sanitaria che stiamo purtroppo vivendo. Lo fa attraverso alcuni step importanti per la nostra vivibilità. Partendo innanzitutto  dall’unione dei sensi. Ma facciamo ordine. Il termine “sensazione” indica una modifica dello stato del sistema neurologico dettata da un’attività dei nostri cinque sensi. Difficilmente i sensi lavorano da soli: per generare una sensazione intensa spesso ci avvaliamo di stimoli che provengono da due o più sensi. Un’unione che, di certo non in maniera banale, fa una forza. Anzi, rafforza il canale, appunto.

Agli inizi del secolo scorso, inoltre, è stata scoperta la sinestesia, un fenomeno percettivo che consente la combinazione, o addirittura lo scambio di due o più sensi: parrebbe che alcuni grandi artisti o personalità geniali ne fossero dotati. In uno dei suoi capolavori, “Il sogno di Maria”, De André  chiosava: “Io per un giorno per un momento, corsi a vedere il colore del vento”.

Ma chi ha problemi uditivi si avvale spesso anche del labiale per ottenere più informazioni, come per esempio i bambini che interpretano la mimica facciale dei genitori per sentirsi rassicurati.

Pacifico è quindi che, in questo periodo di emergenza sanitaria, col distanziamento sociale imposto e soprattutto la presenza delle mascherine, il rafforzamento del canale uditivo risulta fondamentale per gestire le conversazioni. Infatti, anche chi soffre di un lieve deficit uditivo, potrebbe avvertire maggiori difficoltà nel tenere una conversazione specie in un ambiente rumoroso, considerata la presenza di un ostacolo visivo (la mascherina) che impedisce la lettura del labiale e la distanza dal suo interlocutore.

Quale soluzione potrebbe quindi essere adottata? Un moderno apparecchio acustico in grado di discernere il segnale vocale dal rumore e soprattutto, in caso di lieve ipoacusia, di restituire all’utilizzatore solo la “quota udito” mancante, lasciando inalterata la parte integra.

Dott. Carmine Renella, Tecnico Audioprotesista

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